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Cattiva aderenza alle terapie, da Senior Italia allarme vittime e costi

11/22/2016

In Europa sono circa 200mila le morti premature causate da insufficiente aderenza alla terapia da parte dei pazienti.

Un fenomeno i cui costi, nella sola Ue, si aggirano tra gli 80 miliardi e i 120 miliardi all'anno. La stima arriva dal I Congresso europeo sull'aderenza alla terapia, organizzato a Rimini dal 18 al 20 novembre dalla Siha - Senior international health association, la “costola” europea di Senio Italia (la nuova denominazione di Federanziani). Patrocinato dal Parlamento europeo e dal Comitato delle Regioni dell'Ue, l’evento ha coinvolto società scientifiche, professionisti della sanità e associazioni dei pazienti per analizzare i principali ostacoli all'aderenza alla terapia nelle principali aree terapeutiche (dislipidemia, ipertensione, psichiatria, urologia e respiratorio). In chiusura, organizzatori e partecipanti hanno varato la prima Carta europea per l'aderenza alla terapia, definita nel documento un diritto per i pazienti cronici e un elemento di sensibilità per i caregivers, i medici di mg, i farmacisti, le società scientifiche e gli specialisti, le infermiere, le aziende farmaceutiche, le istituzioni.

In parallelo all’evento della Siha, Rimini ha ospitato negli stessi giorni il V Congresso nazionale di Senior Italia-Corte di giustizia popolare per il diritto alla salute. Focalizzato come sempre sui temi della salute, della prevenzione e del buon vivere, l’evento ha visto anziani e operatori della salute confrontarsi sulle azioni da mettere in pista per costruire una sanità a misura di ultra55enne. Ne è scaturito un manifesto in dieci punti, che tra le altre cose rivendica uguale accessibilità al farmaco – e a quello innovativo in particolare – su tutto il territorio nazionale, a prescindere dalla regione di residenza; erogazione delle cure emancipata da logiche ragionieristiche; informazione adeguata e trasparente sui medicinali o sui medical device, per garantire un’effettiva libertà di scelta; forte impulso alla teleassistenza e al telemonitoraggio, per assicurare la domiciliarità delle cure ai più fragili e ridurre ricoveri e prestazioni.

Ma di sanità e salute si è anche parlato anche negli eventi che hanno popolato il programma congressuale. E ai quali Federfarma ha partecipato con interventi e relazioni. Venerdì, nel convegno inaugurale, il vicepresidente del Sunifar, Luigi Sauro, ha riconfermato l’alleanza tra farmacie rurali, piccoli comuni e Senior Italia in difesa dei territori disagiati: «Siamo dalla parte delle piccole comunità e dei loro cittadini» ha detto Sauro «questo è un patrimonio che l’Italia non può perdere». D’accordo la presidente dell’Anpci (Associazione nazionale piccoli comuni italiani), Franca Biglio, che ha tributato un ringraziamento alle farmacie del territorio: «Nei paesini sono una risorsa vitale delle comunità».

Domenica invece l’intervento della presidente di Federfarma nazionale, Annarosa Racca, che ha rivolto all’assemblea i saluti dei titolari: «La farmacia è cambiata tantissimo in questi anni» ha ricordato «sul fronte dei servizi così come nell’offerta di prestazioni imperniate sulla collaborazione con figure professionali, come gli infermieri. Le farmacie ci sono sempre, come dimostrano le tante storie provenienti dai paesi terremotati, che raccontano di titolari rimasti lì a prestare la propria opera nonostante i danni subiti dalle loro farmacie».

Tra i fronti dove le farmacie vengono chiamate sempre più spesso a intervenire anche la prevenzione, la cui rilevanza strategica è stata ricordata dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in un messaggio al Congresso: «La sfida» ha detto il Ministro «è quella di non far ammalare i sani, di far sì che le persone restino in salute il più a lungo possibile. L’adozione di stili di vita corretti è fondamentale sia per favorire l’invecchiamento attivo sia per aumentare le possibilità di conservare nel tempo una vita autonoma e priva di disabilità. Perché l’obiettivo è quello di permettere a uomini e donne di mantenersi in buona salute e di condurre una vita attiva e indipendente il più a lungo possibile».

D’accordo con il Ministro il presidente di Senior Italia, Roberto Messina, che ha ricordato come l’invecchiamento demografico sia «un vero e proprio tsunami, che se non adeguatamente affrontato rischia di travolgere i nostri sistemi sanitari, pensionistici e di welfare, mettendo a rischio il futuro stesso delle nuove generazioni. Si pensi solo che il numero degli anziani sul pianeta è quadruplicato negli ultimi sessant’anni e in meno di dieci anni arriverà a un miliardo di persone, un numero destinato addirittura a raddoppiare entro il 2050». L’invecchiamento della popolazione, ha quindi concluso Messina, «ha conseguenze ampie e profonde, che coinvolgono la società e costringono tutti i Paesi e la comunità globale a pensare a nuove strategie, a nuovi approcci nella strutturazione delle società, del mondo del lavoro, dei rapporti sociali e intergenerazionali e dei sistemi sanitari». (AS)


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