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La farmacia di Quartiere centro di aggregazione anche nelle difficoltà

Marzo 2016
Davanti alla Farmacia Ovidio di Milano, il titolare dr. Claudio Gerosa è stato vittima di un'aggressione a scopo di rapina. Abbiamo rivolto alcune domande al dr. Gerosa per avere notizie su questa spiacevole vicenda.

Dr. Gerosa, ha subito una rapina piuttosto violenta davanti alla sua farmacia. Ci può raccontare cosa è successo?
Due settimane fa uscendo dalla farmacia, durante la chiusura per la pausa pranzo, mentre salivo in macchina sono stato aggredito da una rapinatore armato di pistola, a volto coperto, che ha cercato di derubarmi. La mia è stata una reazione istintiva, che ha sorpreso anche me a dire tutta la verità, ma ho reagito, non ho accettato di farmi rapinare e così ne è nata una colluttazione. Il rapinatore non è riuscito ad avere i soldi, però mi ha mandato all’ospedale. Ma non è questo il nodo centrale della questione.

Cosa intende dire. Qual è la parte importante?
Gli eventi criminali succedono, anche se non dovrebbe, tutti noi vorremmo una Milano più sicura. Durante la rapina in strada non c’era nessuno, però il giorno dopo, quando sono tornato in farmacia ho sentito che tutta la gente del quartiere mi era vicina.
Praticamente tutti i nostri clienti sono passati a vedere come stavo. Ho avuto tantissimi segni di solidarietà e affetto. Hanno portato torte, biglietti di auguri e tanta, tanta amicizia.
Tutto il Quartiere ha reagito, perché la farmacia è un luogo importante per il Quartiere.

La sua farmacia ha sede in un quartiere di periferia. Come essere in un piccolo paese?
Secondo me ancora di più. Il Quartiere di una grande città vede chiudersi molte attività, vede il rischio della desertificazione delle attività e capisce che la farmacia - che funziona anche da centro di aggregazione - è una ricchezza che fa parte del Quartiere.

Quali sono state le reazioni del Quartiere?
La sera successiva al Teatro Delfino (il teatro della parrocchia del quartiere n.d.r) si è svolta una riunione del Comitato per la Sicurezza dei residenti delle zone Forlanini-Monluè, a cui ha partecipato la gran parte della cittadinanza. Ho voluto essere presente per ringraziare tutti coloro che mi erano stati vicini e in quell’occasione ho sentito ancora di più il calore del quartiere.
Sappiamo tutti che una cosa del genere per strada avrebbe potuto succedere a chiunque. Dall’incontro siamo usciti tutti consapevoli che i cittadini devono dare un messaggio forte, tutti insieme, per far sì che la città sia più sicura.
Sabato scorso, poi, abbiamo avuto, tutto il giorno davanti alla farmacia, un gazebo del Comitato per la Sicurezza per raccogliere le firme per una petizione a favore della sicurezza nel quartiere.

Nel male di una aggressione è riuscito a far uscire il bene di un quartiere unito attorno alla sua farmacia.
Fare il farmacista in farmacia è un lavoro che si è riempito di troppa burocrazia negli ultimi vent’anni. Però il calore dei clienti, il rapporto umano che si crea è il valore che continua ad avere la nostra professione. La gente che entra solo per salutare, che ti chiede come stai al banco, che ti racconta come si trova grazie ai tuoi consigli. Io sono fiero di essere il farmacista di una farmacia di un quartiere di periferia.


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