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Rapporto 2016 Banco farmaceutico, ancora in crescita povertà sanitaria

11/14/2016

In Italia ci sono 4,6 milioni di persone povere, quasi 500 mila in più rispetto al 2015, pari al 6,1% delle famiglie.

Questi indigenti spendono 123 euro all’anno per curarsi, (di cui 72,60 euro per farmaci) a fronte di una media nazionale di 682 euro (di cui 268,80 per farmaci). L’aumento della povertà sanitaria è testimoniata anche dal fatto che nel 2016 la domanda di medicinali da parte dei 1.663 enti benefici che sono supportati dal Banco Farmaceutico è cresciuta dell’8,3% e le persone aiutate da tali enti sono state 557 mila, con un incremento del + 37,4%. Questa la fotografia scattata del Rapporto 2016 sulla donazione di farmaci promosso dalla Fondazione Banco farmaceutico e BFResearch, realizzato dall’Osservatorio Donazione Farmaci e presentato ieri a Roma nella sede dell’Aifa.
«Per curare bisogna conoscere» ha affermato Paolo Gradnik, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico «e l'Osservatorio fornisce un importante contributo in termini di approfondimento e consapevolezza: la povertà sanitaria, in Italia, appare nella sua fase più drammatica. Mai tante famiglie sono state costrette a rinunciare alle cure. Avere conoscenza dell'esatta portata del fenomeno ci aiuta a svolgere la nostra mission – raccogliere farmaci da donare ai poveri - nella misura adeguata e con le dovute ragioni».
I dati del rapporto, illustrati dal Giancarlo Rovati (Dipartimento di Sociologia generale Università Cattolica del Sacro Cuore), sottolineano tra l’altro l’importante ruolo svolto dalle farmacie nella realizzazione delle attività promosse dal Banco Farmaceutico. Nel 2016 hanno aderito alla Giornata di Raccolta del Farmaco 3.681 farmacie (+10% in tre anni), nelle quali sono state raccolte 354 mila confezioni di farmaci, per un valore di 2,3 milioni di euro. Il maggior numero di confezioni è stato raccolto in Lombardia, dove si registra anche il maggior numero di farmacie aderenti all’iniziativa. In aumento, altresì, il numero di presidi (260 nel 2016, a fronte dei 43 iniziali nel 2013) che collaborano, durante tutto l’anno, alla raccolta di farmaci acquistati dalle famiglie ma mai utilizzati. «E’ un’altra conferma» commenta a Filodiretto la presidente di Federfarma, Annarosa Racca «dell’attenzione che le farmacie prestano ai bisogni delle persone in maggiore difficoltà».
Il Rapporto include quest’anno, per la prima volta, un’analisi della dispensazione di farmaci negli enti caritatevoli volta a conoscere le principali patologie che colpiscono gli immigrati e, in particolare, i bambini (malattie respiratorie, cutanee e oculari). Obiettivo dello studio, ha spiegato il professor Silvano Cella (Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità, Università degli Studi di Milano) è avviare un monitoraggio epidemiologico in una popolazione altrimenti non sottoposta ad alcun sistema di controllo.
Un impulso importante alla donazione di farmaci dovrebbe arrivare dalla legge sulla donazione di alimenti e farmaci (la 166/2016). L’onorevole Maria Chiara Gadda, prima firmataria del provvedimento, ha sottolineato come il testo approvato dal Parlamento italiano, a differenza di quelli adottati in altri Paesi europei, non contempli obblighi a carico dei soggetti donatori, bensì preveda agevolazioni e incentivazioni attraverso la rimozione di oneri burocratici che, finora, hanno spesso ostacolato le donazioni. La grande sfida, ha detto Gadda, è quella di uniformare, semplificandole, le procedure a livello nazionale. La necessità di sburocratizzare l’iter delle donazioni è stata ribadita dal presidente di Assogenerici Enrique Häusermann, che ha sottolineato come le aziende produttrici siano pronte ad impegnarsi per soddisfare la crescente domanda di farmaci da destinare agli indigenti.
Se è importante favorire la donazione da un punto di vista “logistico”, è altrettanto fondamentale garantire la tutela della salute all’utente finale: Andrea Mandelli, senatore e presidente della Fofi, ha auspicato che, in sede di attuazione della legge 166/2016, si tenga conto della necessità di prevedere il filtro professionale del farmacista all’atto della dispensazione dei farmaci donati. Si profila un’importante svolta nello sviluppo della cultura e della pratica della donazione. Bisogna avere il coraggio di cambiare, ha affermato il presidente dell’Aifa Mario Melazzini a conclusione dei lavori, e l’impegno delle istituzioni dev’essere quello di soddisfare il crescente fabbisogno di salute delle fasce più deboli nel più breve tempo possibile, garantendo al contempo la piena trasparenza e il rispetto delle regole: «Come istituzione siamo chiamati a portare il nostro contributo con una sempre maggiore responsabilità etica e sociale nei confronti delle persone in stato di bisogno e ad intervenire concretamente ovunque vi siano emergenze sanitarie». (SM)


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